Vita, Intelligenza e Civiltà6 min read

La vita è un concetto talmente grande e a volte arbitrario che a fatica se ne possono definire i contorni, figuriamoci tentare di definire cose è intelligente o non lo è  1.

Cristalli di selenite delle grotte di Naica, Messico

In ogni dibattito scientifico si parte sempre da espressioni comunemente condivise, un linguaggio base comune. Quindi prima di usare certi termini come Vita, Intelligenza e Civiltà occorre partire da espressioni comuni e condivise su cosa significhino questi termini, altrimenti tutto il resto è inutile.

La Vita

Da sempre filosofi, religiosi e scienziati hanno dibattuto su ciò che è vita e ciò che non lo è, quali possano essere le sue origini e quale possa essere il suo fine ultimo.
Questo è uno dei pochi dibattiti veramente fondamentali della razza umana, una discussione che forse non può avere scritta la parola fine, ovvero chi siamo e perché, da dove arriviamo e perché, dove andremo e perché.
Su questi temi si sono scritti migliaia di trattati, combattute molte guerre e recitate infinite preghiere senza che il dibattito avesse fine, quindi non penso che il mio contributo possa essere decisivo ma ci provo lo stesso.

Potremmo definire la vita come qualcosa che nasce, che si nutre, che si riproduce e che muore modificando l’ambiente che lo circonda, ma anche il fuoco nasce, cresce si nutre a scapito dell’ambiente, si può riprodurre e poi muore.
Anche i cristalli nascono, crescono nutrendosi degli elementi chimici catturati dall’ambiente circostante creando una struttura altamente organizzata e si riproducono.
Eppure non si possono definire il fuoco o i cristalli vivi.
Dal punto di vista prettamente scientifico per Vita si intende un sistema che è essenzialmente in squilibrio termodinamico perenne – o stazionario – con l’ambiente e che sottrae energia per il mantenimento di questo squilibrio da esso 2 3.

La vita come la conosciamo qui sulla Terra lascia traccia della sua esistenza attraverso modifiche essenzialmente chimiche sull’ambiente, come ad esempio la liberazione dell’ossigeno molecolare nell’atmosfera ad opera delle piante o come depositi di calcare prodotti da miliardi di microorganismi morti nelle argille, ma non per questo la rivelazione di alcuni di questi indicatori indiretti esclude diversi processi chimici che possano produrre gli stessi risultati.
Questo si chiama principio di precauzione, ed è fondamentale per ogni seria e rigorosa analisi scientifica.

Per questo non è affatto facile distinguere un processo vitale da uno che non lo è, scoprire la Vita tramite soltanto indicatori indiretti è molto difficile.

Alcuni corvi hanno sviluppato un comportamento intelligente

L’Intelligenza

Dopo tutte queste difficoltà per stabilire ciò che è vivo, definire anche cosa possa essere considerato intelligente, è ancora più complicato.
Sulla Terra esistono innumerevoli forme di vita, dal protozoo all’uomo, dall’alga azzurra alla sequoia, tutte con diversi gradi di complessità biologica, organizzazione sociale e ambientale.
Le alghe o i coralli ad esempio vivono in colonie dettate dall’ambiente, cioè dalla temperatura, dalla disponibilità di luce e nutrienti immediatamente disponibili; quando uno di questi fattori cambia o cessa queste colonie ambientali hanno tre scelte, le quali nessuna esclude l’altra: adattarsi alle mutate condizioni ambientali, migrare verso condizioni ambientali più favorevoli , o morire.
La sardina vive in banchi. Questi banchi si muovono in maniera ordinata e disciplinata alla ricerca di un ambiente ricco delle risorse necessarie al loro sostentamento.
Quando sono attaccate dai loro predatori, le sardine nei banchi si muovono all’unisono per difendersi, i banchi sembrano intelligenti, ma non per questo si può definire la sardina un forma di vita particolarmente intelligente.


Classe spettraleSequenza principaleGigantiSupergiganti
O3-4,30-4,20-4,00
B0-3,00-2,90-2,70
A0-0,15-024-0,30
F0-0,010,010,14
G0-0,10-0,13-0,10
K0-0,24-0,42-0,38
M0-1,21-1,28-1,30
M8-4,00
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Lo stesso dicasi ad esempio di formiche o delle api: creature animali che vivono in colonie capaci di manipolare direttamente l’ambiente, dotate di una struttura sociale complessa con mansioni e funzioni specializzate codificate dalla selezione naturale a livello genetico, che non sono frutto di una scelta individuale ma della sottospecie di appartenenza.
Negli animali superiori ci si può riferire alla complessità dell’intelligenza osservando la quantità di materia cerebrale in rapporto al peso corporeo, ma anche qui non si fanno enormi passi avanti, come si può vedere anche dalla tabella: dubito che un tordo o un piccione sia più intelligente di uno dei miei gatti, o che ognuno di voi lo sia quanto un comune topo.
Almeno questo criterio nudo e crudo per stabilire chi, cosa e quanto possa essere intelligente proprio non funziona.

Con le dovute correzioni, con l’introduzione di particolari coefficienti che tengono conto  di alcuni particolari parametri fisici e biologici, l’equazione Massa Cerebrale/Peso Corporeo 4 migliora, ma a me sembra sembra sempre più un artificio matematico che un serio metodo scientifico di indagine.

Anche qui stabilire quale forma di vita sia intelligente o meno non è affatto facile.


La Civiltà

Uno dei simboli della nostra civiltà: il microchip

Volendo proseguire su questa strada si può affrontare il tema Civiltà: cos’è che distingue una civiltà da un’altra?
Abbiamo avuto gli Assiri, gli Egiziani e i Cinesi che svilupparono diverse forme di scrittura più di 5000 anni fa, mentre pitture rupestri 5 già da dal 12000-10000 a.C. testimoniano probabilmente la volontà di trasmettere tracce di eventi storici o culturali alle generazioni successive.
Ma ci sono civiltà che non hanno eretto templi maestosi e non hanno una storia scritta che nonostante tutto sono sopravvissute fino ai nostri tempi, popoli che non hanno conosciuto la scrittura o la tecnologia fino a quando non li abbiamo incontrati, come diverse tribù di indios sudamericani o gli aborigeni australiani o i popoli primitivi dell’Africa.
Non mi sento di definire questi popoli primitivi, perché il loro sviluppo intellettivo è paragonabile al nostro, solo che le loro civiltà hanno compiuto scelte radicalmente opposte rispetto alle nostre: prendono solo quello che trovano in natura, non sconvolgono i mari con la pesca intensiva, non distruggono l’ambiente che li circonda per poche risorse in più.
Il loro è un modello di società statica, ma non per questo meno funzionale del nostro, altrimenti si sarebbero già estinti.
Il nostro invece è un modello dinamico, in continua evoluzione, anche se questo ci ha condotti pericolosamente vicino all’autodistruzione più di una volta e, per ora, l’abbiamo sempre scampata per un pelo.
L’esaurimento delle risorse del pianeta ci presenta infatti il conto delle nostre scelte col Global Warming (Riscaldamento Globale), mentre sicuramente un modello di società in equilibrio con le risorse naturali del pianeta non sarebbe mai arrivato a questo punto.
Però una civilà – o una società – statica molto probabilmente non avrebbe potuto sviluppare una tecnologia avanzata come la nostra, conoscere lo sviluppo dell’elettronica e delle comunicazioni, non avrebbe iniziato a sviluppare il volo spaziale e tutto quello che abitualmente noi diamo per scontato e,per molti di noi, vitale.

Quindi la Vita o l’Intelligenza oppure un’altra Civiltà potremmo anche non riconoscerle per quello che sono casomai un giorno avessimo l’occasione di incontrarne di diverse da quelle che noi possiamo estrapolare dalle nostre attuali conoscenze.
Appunto per questo non dovremmo avere la presunzione che queste siano necessariamente simili alla nostra.


Note:

  1. Questo articolo è tratto dal lavoro originale apparso originariamente su Il Poliedrico: Vita, Intelligenza e Civiltà, Il Poliedrico 10 luglio 2011.
  2. Importanti studi per la definizione scientifica di Vita furono svolti dal fisico Erwin Schrödinger, uno dei padri della meccanica quantistica e autore dell’esperimento ideale del Gatto di Schrödinger, racchiusi nel suo libro What is Life? del 1944
  3. La vita si può quindi descrivere come qualcosa che che in definitiva si nutre di entropia negativa a scapito dell’ambiente.
  4. Questa disciplina, chiamata Frenologia, ebbe una grande diffusione nel 19° secolo, e contribuì allo sviluppo del pensiero pseudoscientifico della diversità delle razze umane che portò poi agli orrori del fascismo e del nazismo nel XX secolo culminati con la compilazione del Manifesto della Razza e sfociati nella Seconda Guerra Mondiale.
  5. Come quelle di Altamira in Spagna.

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