Sono da poco passati 21 anni da quando nel 1992 [1] Aleksander Wolszczan e Dale Frail annunciarono la scoperta del primo sistema planetario extrasolare attorno a una pulsar millisecondo 1.
Da allora sono oltre 1000 i pianeti extrasolari scoperti, di cui ben 12 rientrano nella zona Goldilocks, molto ben analizzata su questo Blog.
Essere comunque all’interno della zona di abitabilità non garantisce che ovviamente il pianeta sia adatto ad ospitare forme di vita. ci sono molti altri aspetti che devono essere tenuti in considerazione, come la massa, che deve essere adeguata a sostenere una atmosfera stabile per diversi miliardi di anni e magari anche un discreto campo magnetico planetario, non essersi formato troppo vicino al suo sole per non essere affogato dal suo degassamento primordiale (come è accaduto a Venere), avere un’orbita stabile e con una eccentricità appena accennata per evitare poderose escursioni stagionali, e mille altri parametri che solo ora la scienza inizia a comprendere e che in queste pagine cerchiamo di riassumere.
Questo non toglie che, per adesso, si stimi che quasi una stella su 2 possegga almeno un pianeta in orbita stretta e che di questi siano almeno 17 miliardi i pianeti di dimensioni analoghe alla Terra [2].
Il significato di questi numeri è chiaro: per ora è solo grattato qua e là il cielo lasciando solo intravvedere uno sterminato campo di studi e di eccitanti scoperte.
La precisione degli attuali strumenti ha permesso per ora di scovare solo i sistemi più evidenti come quelli a cui appartengono i gioviani caldi e i pianeti di taglia più grande della Terra attorno a stelle prevalentemente di classe K e M, quindi più piccole del Sole, cioè quelle che risentono di più della presenza di un sistema planetario.
Con l’avvento di strumenti più precisi e potenti, come il prossimo satellite europeo Gaia 2 e il futuro James Webb Telescope 3 della NASA, sarà possibile identificare molti più oggetti di taglia terrestre in orbite molto più grandi comprese nella Zona Goldilocks e oltre attorno a stelle più massicce come il Sole ed oltre.
A questo punto si possono timidamente tracciare, in maniera molto approssimata, le prime due incognite dell’equazione a cui si ispira questo Blog:
assumendo che nella Via Lattea si contino circa 100 – 300 miliardi di stelle (N*), la frazione delle stelle in possesso di un sistema planetario (Fp) è di circa 1/2, ossia 0,5.
Questo porta a un totale di circa 50 – 150 miliardi di sistemi planetari diversi di cui solo 1 su 400 sembra che abbia un pianeta con un alto indice ESI 4 (Ne).
Anche se 1 su 400 può sembrare poco, significa sempre che si sta parlando di 125 – 325 milioni di mondi di mondi potenzialmente capaci di sostenere la Vita nella Via Lattea, e che queste cifre sono imprecise e frutto di estrapolazioni statistiche basate tutto sommato da un esiguo numero di campioni magari non necessariamente rappresentativi.
Man mano che queste stime si aggiorneranno, avremo modo di riparlarne. A presto.
Note:
Note:
- Una pulsar millisecondo è una pulsar che ha un periodo di rotazione compreso tra 1 e 10 millesimi di secondo. ↩
- Gaia, il coltellino svizzero del Cosmo, Il Poliedrico 03 settembre 2011. ↩
- Il lancio del James Webb Space Telescope è previsto nel 2018. Al contrario dell’Hubble Telescope il suo campo di indagine sarà nell’infrarosso. Questo gli permetterà di vedere oggetti altrimenti a noi invisibili come dischi protoplanetari, nane brune, pianeti extrasolari e oggetti nella Fascia di Kuiper. Per questo la sua orbita sara nel punto lagrangiano L2 del sistema Terra – Luna, dove non soffrirà per l’esposizione alla luce diretta del Sole, essendo quel punto posto nel cono d’ombra dei due pianeti. ↩
- ESI: Earth Similarity Index, Progetto Drake 30 luglio 2012. ↩
Riferimenti:
- A. Wolszczan, and D.A. Frail, "A planetary system around the millisecond pulsar PSR1257 + 12", Nature, vol. 355, pp. 145-147, 1992. http://dx.doi.org/10.1038/355145a0
- "", arXiv 1301.0842v1 "-->http://arxiv.org/abs/ 1301.0842v1